Nel tempo in cui le notizie di guerra occupano ogni schermo, nasce “Romance Power”, un testo che unisce la forza del rap all’anima della diplomazia morale.
Un brano che prende ispirazione dal discorso pronunciato durante l’incontro interreligioso per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio — dove si è parlato di “osare la pace”, non come sogno, ma come scelta politica e umana.
La voce della coscienza contemporanea
Fin dal primo verso, “Saluto la Regina Mathilde, Sant’Egidio ci unisce qui”, il tono è chiaro: non è una canzone di protesta rabbiosa, ma un inno al coraggio di costruire.
Il rapper o spoken artist si fa portavoce di un’idea nuova di “potere”: il potere del romanticismo civile, del sentimento che muove le coscienze. Da qui il titolo: Romance Power.
Dal sogno del passato al disincanto del presente
Nel primo verso si respira una nostalgia storica:
“Fine della Guerra Fredda, dialogo sincero / Reagan e Gorbaciov si stringevano la mano.”
Ma quella speranza sembra svanita: “Oggi vedo forza e prepotenza, guerra che ritorna.”
È il disincanto di una generazione cresciuta credendo nella pace come conquista definitiva, e che oggi la vede nuovamente minacciata.
Geopolitica e umanità
Dal Medio Oriente ai Balcani, dall’Ucraina al Sudan, il testo non ha confini.
Ogni verso è un ritorno alla realtà globale, ma sempre filtrato da una prospettiva umana: “Quanto tempo ci vorrà per riparare le ferite profonde?”
E nel Pre-Coro arriva la chiave morale del brano:
“Serve disarmare le parole… Pace anziché vittoria sempre.”
È una citazione diretta delle parole di Papa Francesco e del Grande Imam Al-Tayeb, riprese anche nel discorso presidenziale.
Il rap come atto civile
Nel Bridge, il tono si fa più esplicitamente politico:
“ONU ottant’anni, multilateralismo / Articolo undici, Costituzione italiana.”
Qui la musica urbana incontra la Costituzione, trasformando il flow in educazione civica cantata.
È un rap che non inneggia alla rivolta, ma alla cooperazione internazionale e alla memoria storica (“Kondo Koko, sopravvissuta di Hiroshima”).
Il messaggio finale
Il ritornello è un mantra:
“Romance Power, la pace è vita, è il nostro dovere.”
La pace non è solo assenza di guerra, ma dovere attivo, atto d’amore collettivo, energia creativa.
Il finale, con il riferimento allo Spirito di Assisi, chiude il cerchio: spiritualità, cultura e politica si fondono in un’unica visione.
Perché “Romance Power” conta
In un mondo in cui la parola “dialogo” viene scambiata per debolezza, Romance Power risponde che il vero coraggio è parlare, non colpire.
È una canzone, ma anche un manifesto: un invito ai giovani a credere nella pace come atto rivoluzionario.
Perché, come recita il testo,
“Al tavolo del dialogo, non della prepotenza / Romance Power è la forza della nostra coscienza.”







